LE CONFESSIONI

Genere: Drammatico

Regia: Roberto Andò

Interpreti: Toni Servillo (Roberto Salus), Connie Nielsen (Claire Seth), Pier Francesco Favino (ministro italiano), Daniel Auteuil (Daniel Roché), Marie Josee Croze (ministro canadese), Moritz Bleibtreu (Mark Klein), Richard Sammel (ministro tedesco), Johan Heldenberg (Michael Wintzl), Togo Igawa (ministro giapponese), Alksei Guskov (ministro russo), Stephane Freiss (ministro francese), Julian Oveden (Matthew Price), John Keogh (ministro americano), Andy De La Tour (ministro Britannico), Lambert Wilson (Kis),Giulia Andò (Caterina), Ernesto D’argenio (Ciro).

Nazionalità: Italia/Francia

Distribuzione: 01 Distribution

Anno di uscita: 2016

Origine: Italia/Francia (2016)

Soggetto e scenegg.: Roberto Andò, Angelo Pasquini

Fotografia (Scope/a colori): Maurizio Calvesi

Musiche: Nicola Piovani

Montagg.: Clelio Benevento

Durata: 100′

Produzione: Angelo Barbagallo per Bibi Film, Barbary Films con Rai Cinema.

Giudizio: Consigliabile/problematico/dibattiti

Tematiche: Giallo – Triller; Metafore del nostro tempo; Politica-Società; Potere;

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Soggetto:

Germania, ai nostri giorni. In un albergo di lusso in Germania sta per riunirsi un G8 dei ministri dell’economia, che, sembra dovrebbe assumere alcune pesanti decisioni di portata storica. Arrivano uomini e donne di governo da tutto il mondo, e alcuni invitati. Tra questi c’è il monaco italiano Roberto Salus, che un ruolo misterioso…

Valutazione Pastorale:

Nel dipanarsi della vicenda i rapporti tra i presenti cambiano profondamente e, in un clima di paura e di dubbio, i dialoghi si fanno incerti e indecisi, fino a configurare un vero e proprio clima da thriller. Si parla anche di economia, e anche in questo caso resta il dubbio su quello che avrebbe proposto Daniel Rochè, il presidente della riunione. Fin dall’inizio un clima di sotterfugi domina nelle stanze dell’albergo insieme alla sensazione che ci si muova in una atmosfera rarefatta e metafisica, affidata a personaggi smarriti e quasi persi. Che insomma il realismo della storia (la cronaca) sia pronto a lasciare spazio alla metafora, alla citazione non sempre decodificabile, alla frase detta per significare altro. A fianco dell’economia, legame diretto e sovrastante, si fanno largo, a poco a poco con più convinzione, politica, affari, relazioni non ortodosse. C’è un’ampia riflessione morale, che guida i comportamenti dei personaggi, come se fossero tutti marionette e pupazzi di una recita. Ci sono ambizioni alte, forse non sempre raggiunte o espresse con chiarezza, per un film che, dal punto di vista pastorale. è da valutare come consigliabile, problematico e adatto per dibattiti.